giovedì 21 settembre 2017

Erasmus tardivo a Stoccolma: Day 5

Un'altra giornata di duro lavoro in quel di Stoccolma per il vostro manager didattico preferito: oggi ho incontrato tre persone davvero super appassionate del proprio lavoro di docenti e convinte di potere e dovere fare qualcosa per migliorare ulteriormente. La cosa comica, in un certo senso, è che sono persone che fanno già didattica in maniera nuova e straordinario quelli convinti che si possa fare meglio, ma tant'è, sappiamo tutti che convincere i dinosauri ad evolvere è un problema insormontabile...
Il primo docente con cui ho parlato è un prof. di structural mechanics, che mi ha portato a visitare il suo laboratorio, in cui convivono ricerca su oggetti di ferro giganteschi con quelli sulla carta o - ancora più pazzesco - sulle strutture biologiche. Ad esempio fanno esperimenti per capire quanto sia possibile per un'arteria contorcersi o stirarsi prima di rompersi. Pazzesco. Il nostro interpreta il suo lavoro di docente in maniera molto flipped e ogni anno sciocca i suoi studenti dicendo che se non parteciperanno in maniera attiva, lui avrà pochissimo da insegnare loro. Poi li stimola a proporre problemi complessi che si traducono poi in prototipi (che vengono poi proposti a aziende!) o in modelli matematici ottimizzati. Ovviamente il problema è la scalabilità: il corso funziona con 20-25 studenti, ma quest'anno ne avrà 45 ed è un po' preoccupato. Mi ha promesso che mi fa sapere.
Ho poi parlato con una prof. di matematica che mi ha descritto un'idea pazzesca che si chiama OpenEntrance. In pratica la sua idea è che quando uno studente delle superiori arriva all'università non sa quasi nulla delle materie che studierà, quindi non è pronto a fare una scelta consapevole sul tipo di ingegneria che vorrà studiare. OpenEntrance permette di avere un primo anno molto di base, che pospone la scelta al secondo anno. Un'idea pazzesca nella sua semplicità ma secondo me geniale. Devo raccontarla bene anche da noi, perché secondo me ha davvero molto potenziale.
Infine, dopo un pranzo in una vecchia stazione adattata a ristorante che sembrava arrivare direttamente dagli anni 40 senza aver subito la modernità (dove ho mangiato una zuppa di piselli e purscell che è un piatto tradizionale, che i nonni svedesi mangiano una volta alla settimana (al giovedì! Come giovedì gnocchi da noi!) davvero molto buona) ho incontrato un uomo davvero straordinario, che si occupa di Education engineering.

Un incontro illuminante! In pratica lui si occupa da un lato di formazione allo staff di docenti (n.d.A. per diventare associato devi spararti 15 cfu di education da queste parti, non so se rendo l'idea) e dall'altro di lavorare direttamente con gli studenti per trovare strategie più efficienti di insegnamento/apprendimento. Abbiamo disegnato assieme alla lavagna e discusso per un'ora e mezza, è stato davvero super. Qui sotto il risultato della discussione...

Poi le colleghe del KTH (eccezionali, non le ringrazierò mai a sufficienza per l'incredibile ospitalità che mi hanno riservato) mi hanno fatto la sorpresa di organizzare una cena tutti assieme per me... in un ristorante italiano. Ho così provato la pizza di Stoccolma. Sorvoliamo (una sola parola: finocchi), però il locale era stupendo, vicinissimo alla City Hall, proprio a bordo acqua, con una vista spettacolare.

Ah un'altra cosa importante. Ieri sera ho cenato da Herman's che è un buffet vegetariano a Sodermalm. Ecco, se sei finito per caso su queste pagine e stai cercando un posto dove andare a mangiare a Stoccolma senza farti derubare e mangiando davvero bene segnati questo indirizzo: Herman's. Di solito non amo (non più) gli all-you-can-eat, ma il vegetariano in questione ha fatto eccezione. Qualitativamente delizioso, collocato splendidamente a picco sul mare, staff gentilissimo e cibo a volontà. Davvero buono: metà delle cose che ho mangiato non ho capito cosa fossero, ma erano eccellenti. Per la modica cifra di 20 euro + 6 euro per una birretta. Cifra che a Stoccolma è davvero estremamente bassa. Segnatevelo!



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