giovedì 26 gennaio 2017

L'amore e la violenza dei Baustelle, ovvero di un disco che sto ascoltando a ciclo continuo

Ho finalmente ascoltato con attenzione tutto il nuovo disco dei Baustelle, che tanto dibattito ha scatenato in rete. Posso così inaugurare per voi (immagino il brivido lungo la schiena!) una piccola recensione di un disco anziché le consuete di libri. Botta di vita!

Iniziamo col dire che il disco è davvero molto bello, e tutto il chiacchierare che si fa in rete a proposito di questo nuovo lavoro è assolutamente giustificato. Poi capisco che a molti i Baustelle possano non piacere, ma il fatto stesso che si siano spesi fiumi di bit per discuterne, anche parlandone male è comunque indice del fatto che questo gruppo è sicuramente una realtà estremamente interessante per la musica italiana di oggi.

Procediamo quindi con una simpatica analisi del tutto personale e per la quale non ho alcuno strumento di giudizio valido, non capendo praticamente nulla di musica! Il tutto è stato stimolato da una discussione sul profilo Facebook del mio amico Pier (che invece è super titolato per parlare di musica).

L'Intro musicale Love è semplicemente stupenda: ti fa letteralmente godere sentirla, e ti addolora come finisce. Mentre pedalo in bicicletta verso il lavoro la mattina continuo a chiedermi chissà come sarebbe andata avanti. Et excrucior.
Anche Il Vangelo di Giovanni mi piace davvero molto, nella musica ma anche nelle parole sembra una canzone di Battiato, al quale loro stessi hanno esplicitamente detto di riferirsi. Bravi! Vedrete che questo concetto tornerà più avanti.
Amanda Lear è il pezzo che fa da primo singolo del disco. Ascoltandolo si capisce in che senso i nostri hanno definito questo disco scandalosamente pop, non riesci a non canticchiarla, ma se poi ti metti a pensare alle parole capisci che la via al pop dei Baustelle è davvero una via molto raffinata. Del resto la musica italiana di qualità è costellata di brani orecchiabili e che potremmo definire pop ma che si rivelano poi estremamente raffinati. Voglio dire, ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo ti si fissa nella testa in maniera mirabile, ma Rimmel non è certo popolare per ciò che riguarda l'ermeneutica del testo!
Betty è probabilmente il vero capolavoro di questo disco, fa il pari con Charlie fa fa surf a mio avviso (e non solo a mio avviso, sto scoprendo l'acqua calda, perché l'hanno detto più o meno tutti) ciò detto è davvero una bella canzone orecchiabile, divertente, necessariamente attaccata ai nostri tempi e offre la tipica visione degli adolescenti che abbiamo noi post trentenni. Inutile dire che non li capiamo e cerchiamo di piegare ogni nostra interpretazione a come siamo stati noi, fallendo miseramente nel tentativo.
I due pezzi successivi, Eurofestival e Basso e batteria, sono la caduta di stile dell'intero disco, ogni volta che arrivo a questo momento (sempre pedalando verso il lavoro o, anche meglio, mentre sto tornando a casa) salto a pie' pari entrambi. In particolare Eurofestival non mi piace per niente, la trovo banale e musicalmente deludente. In Basso e batteria c'è qualche barlume in più, soprattutto nel testo, ma il bilancio complessivo per me è negativo. Scusami Rachele, scusami Francesco!
Per fortuna a seguire c'è La musica sinfonica, il secondo (spoiler! Ce n'è un terzo!) momento Battiato dell'album. Un pezzo davvero piacevole, tutto cantato da Rachele su un tono pressoché impossibile per il vostro cantante pedalante (dovreste vedere gli sguardi che mi rivolgono mentre canto a squarciagola in falsetto "è musica sinfonica, in discoteca" sfrecciando in circonvalla).
Anche Lepidoptera mi convince, con quel sound molto anni 60, e la frase "una falena di luce...drogata" e i coretti in sottofondo.
La vita funziona alla grande per il testo (pensare che la vita è una sciocchezza aiuta a vivere è un verso davvero convincente e nichilista, bravi!). Però in alcuni tratti non mi piace come è cantata, con alcune parole inutilmente strascinate (un esempio su tutti fiumi di spermatozo-o-o-oi che mi irrita profondamente). Peccato.
Continental stomp fa da intermezzo musicale prima del terzo e forse più godurioso in assoluto momento Battiato de L'amore e la violenza, cui si raccorda con grande classe. Testo bellissimo, musica ipnotica, ritornello da orgasmo. Bello, bravi, bis!
Ragazzina, il pezzo che chiude il disco, è molto intimista e molto Baustelle. Io sono un fan (credo si sia capito), quindi mi piace assai!
In definitiva il disco è davvero molto bello. E' a livello di Fantasma? Non lo so. In alcuni picchi sì, ma il disco precedente aveva un'unità tematica e sonora che lo rendeva per me più affascinante (alla fine sono cresciuto coi Pink Floyd e la fissazione del disco-opera-rock). Però le vette che raggiunge L'amore e la violenza sono davvero notevolissime, denotano forse maggiore maturità. E si inseriscono alla perfezione nel filone della musica italiana che sa essere pop ma al contempo intellettualmente molto potente. Che sia questo che non è piaciuto ai detrattori? Che si canticchia, ma magari si parla anche di temi importanti e profondi? Beh, allora tenetevi Rovazzi.

Se non avete ancora sentito il disco, lo trovate agilmente su Spotify:

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