lunedì 3 ottobre 2016

Letture di settembre: Murakami, Eco, un po' di noir e Niven

In attesa che io mi degni di finire per voi l'imperdibile post sulle vacanze croate (ho iniziato, ma sono pigro e lento. E mi fanno lavorare troppo), ecco le quattro letture che hanno allietato il mio settembre della tristezza, dovuta al rientro al lavoro, raggruppate in un solo post!

Murakami Haruki - Uomini senza donne
Pur non condividendo appieno l'improvvisa passione per il Giappone che impazza presso molte delle persone che conosco, non posso non rimanere entusiasta ogni volta che mi imbatto in Murakami, un autore che è oramai entrato prepotentemente nel mio personalissimo Gotha.
Questi racconti brevi non fanno eccezione: notevolissimi, soprattutto il primo, che mi ha lasciato letteralmente basito. In generale il leitmovit (mica tanto leit, peraltro) è l'assenza di una figura femminile di riferimento, per i molti uomini di cui Murakami ci offre un breve ritratto, attraverso un momento più o meno lungo della loro vita. Inutile dire che smarrimento è la prima sensazione che si prova. Consueta maestria, anche se il racconto breve non ha la potenza del romanzo, in cui Murakami eccelle. Ciò detto, lettura interessante e di indubbio spessore!
4 stelle

Joe R. Lansdale, Francesco Guccini, Marcello Fois, Jo Nesbø, Loriano Machiavelli - Stesso sangue
Racconti brevi noir da 4 autori interessanti. Personalmente ho goduto, come sempre, con il racconto di Lansdale (anche perchè, occhio, SPOILER rispetto a Honky Tonk samurai) Hap sta bene e lotta insieme a noi! Soliti dialoghi folgoranti, la gag sul nome del cane esilarante (complimenti a chi ha tradotto), i soliti Hap e Leonard. Non male anche il racconto di Machiavelli e Guccini, lascia molto amaro in bocca. Non avevo mai letto Nesbø ed ho affrontato con piacere anche il suo racconto. Marcello Fois scrive mostruosamente bene, non lo scopriamo ora, è ricercato e ogni parola sembra essere stata pensata per ore per andare esattamente nel posto giusto. Però fatica sempre ad emozionarmi, in questo caso invece il suo racconto risulta il più interessante dei quattro. Ottima lettura estiva, con poche pretese (ma il libro si lascia leggere a gran velocità!)
3 stelle

John Niven - Le solite sospette
Terza fatica per Niven, dopo i primi due folgoranti libri. Questo Le solite sospette parte da un'idea già più volte affrontata nel cinema e nella letteratura (le innocue vecchiette insospettabili che organizzano la rapina del secolo) ma viene trattato da Niven col suo stile asciutto, comico, esilarante, irripetibile. Il risultato complessivo è una vera e propria bomba a orologeria, perfettamente scandita nei tempi e nei dialoghi, con personaggi che è impossibile non amare e con una serie di immagini che ti si formano nella mente mentre lo leggi (se un domani decidessero di trarne un film, il libro è già il copione pronto).
Il ragazzo è bravo, maledettamente bravo. Conosce i tempi della scrittura e della storia. Seppure il libro non raggiunga le vette di Maschio bianco etero (per me il suo capolavoro) è comunque esilarante. Vale assolutamente la pena!
4 stelle

Umberto Eco - Pape Satàn Aleppe
Impossibile per me fare una recensione a mente fredda. Quando Eco è morto, io ho pianto, perché se ne andava colui che tanto aveva contribuito a darmi il coraggio di certe scelte (non ultima, attraverso la lettura del Nome della rosa, ho deciso che valesse la pena studiare Filosofia all'università...), quindi è difficile offrire una valutazione indipendente dall'ammirazione che ho per tutti i suoi libri e per la sua sterminata cultura e la sua capacità di utilizzarla.
Detto questo, il libro è una raccolta di Bustine di Minerva, raggruppate per grossi temi. E Eco, te ne rendi conto, ha davvero fatto cultura, affrontando su un settimanale temi variegati, passando dalla quisquilia al senso della vita, senza timore di costringere il lettore a fare un po' di fatica per seguire qualche ragionamento, ma offrendogli in cambio puro ed enorme godimento. Ecco, godimento è ciò che alcune di queste bustine mi hanno offerto. Anche il godimento di dover cercare sul dizionario alcuni termini: in epoca di sempre maggiore appiattimento della lingua, anche scritta, Eco non si faceva alcun problema ad utilizzare - sull'Espresso, non su una rivista accademica, lemmi inusuali e ricercati. In maniera mai spocchiosa, ma sempre restando se stesso. Come al solito mi ha ispirato, aiutato, reso più chiare alcune cose, spiegato concetti, instillato curiosità di lettura. Non ho alcun dubbio che Eco resterà nella cultura non solo italiana, ma mondiale come un grandissimo, di cui ci ricorderemo per molti, molti anni. Grazie, Umberto, davvero. Ci manchi.
4 stelle

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