martedì 14 gennaio 2014

I lavori in casa

Partiamo dalla premessa che non posso lamentarmi troppo. Dopotutto col fatto che grazie all'allergia alla polvere mi basta smuovere due o tre libri - e di libri in casa ne abbiamo alcune centinaia - per stare malissimo e trasformarmi in Darth Vader, quella santa donna sta facendo tutto lei, risparmiandomi la crisi di asma e un sacco di fatica.
Ciò detto, che c'è di peggio dei lavori in casa? Intendo dire: ancora devono iniziare, manca una settimana, più o meno, ed è da 10 giorni che i lavori preparatori fervono. E svuota la libreria, e butta le tonnellate di oggetti clamorosamente inutili che si accumulano in casa, e telefona all'impresa, e convinci l'idraulico, e fai arrivare le piastrelle, e dormi da un'altra parte (senza la wireless, ma vi rendete conto del sacrificio inumano?)...
A proposito di buttare oggetti misteriosi: è incredibile quante sorprese possa riservare una casa decisamente piccola come la nostra. Un esempio: circa 5 anni fa acquistammo presso una multinazionale svedese del mobile per la quale la famiglia TorrEpis nutre un ambivalente sentimento di odi(Aldo)-et-amo(Anna) un vasetto dalla forma particolare, stretto e alto. Bene, questo ameno cilindretto votato a contenere fiori o altre meraviglie della natura si è perso circa 5 minuti dopo aver varcato la soglia di casa. A più riprese è stato cercato, financo con cartelli "Wanted dead or alive" modello film Western, ma pareva essersi volatilizzato, prima ancora di fare il suo esordio come orpello casalingo. Rassegnati all'idea che gli alieni lo avessero rubato col raggio trasportatore, incuriositi da tale manufatto e da come sia possibile che si possa votare per 20 anni SilvioB salvo poi passare da un comico all'altro, è stato ritrovato, come in una capsula del tempo, da Anna in un recesso lontano di un armadio. Miracolo! Questo è solo un piccolo esempio (e abitiamo in 65 mq, non oso immaginare cosa possa popolare per esempio casa dei miei, o quella dei miei suoceri...) ma rende l'idea.
Ma il vero dolore al povero Aldino viene inflitto dalle imprese che i lavori li devono fare, questi oggetti mitologici metà uomini e metà inadempienza. Trovarli al telefono è un'impresa. Farsi fare un preventivo, un miracolo. Gli chiedi la data in cui prevedono di iniziare i lavori e sembra di interrogare l'oracolo di Delfi: devi interpretare la risposta grazie alle tue abilità di esegeta, leggere le foglie di te e leggere i segni della loro venuta non già nelle comete ma nelle crepe sul muro (abbattendo, of course). Per non parlare della loro frase favorita: "adesso non lo so, ma domani la chiamo e le do una risposta". Il domani cui si riferiscono è un giorno generico collocato in un futuro a medio termine. Per ora il giorno successivo a quello in cui giunge tale promessa non si è mai rivelato adatto a tale definizione. Vi terrò aggiornati, dovessi sopravvivere all'impresa...
 

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