giovedì 8 settembre 2011

Del grande ritorno, di Grosso, e del non riuscire a fermarsi

Ieri - dopo 6 mesi di stop forzato e di dolore, visite mediche, sofferenza, dieta, 22 kg in meno e il serio timore di non poter più giocare - sono finalmente tornato in campo, a giocare a pallone. Per chi non lo sapesse, ma la faccenda è ampiamente documentata su appunti, a marzo mi sono fatto male due volte di fila giocando a calcio (attività che mi vede assiduo da svariati anni - per lo meno da 10 tutti i mercoledì sera, e prima anche di più, tempi felici! - e che nonostante la mia proverbiale pippaggine mi fa raggiungere vette di gioia elevatissime) in maniera piuttosto seria. Sono stato maneggiato, nonostante la mia allergia a medici, ospedali et similia, risuonato magneticamente, radiografato e la sentenza è stata chiara: strappo culare (ovvero di qualcosa a me sconosciuto ed inconoscibile in quella zona) e principio di artrosi. Responsabile del dolore la abbondante ciccia che mi cosparge. Diagnosi: fine delle attività calcistiche almeno fino a quando non fossi dimagrito 20 kg.
E così più che 'l dolor poté la fame... di calcio! E dopo questa lunga e noiosa premessa eccoci ai fatti:

Prima della partita, per l'intera giornata l'eccitazione era alle stelle. Alla discesa in campo al Santiago Bernabeu di Origgio (dopo un riscaldamento molto serio, per la prima volta nella storia) avevo i brividi (so che è idiota, ma avevo i brividi, toccavo con le mani l'erba sintetica e avevo i brividi, allacciavo le scarpette e avevo i brividi). Ho iniziato con calma, corricchiando e facendo solo passaggi laterali o comunque molto brevi, solo di piatto. Mi sentivo sempre meglio, e ho iniziato a correre in maniera più seria. I kili persi (non) li sentivo tutti, una bella sensazione. Piano piano mi scioglievo, ma continuavo ad avere paura a calciare forte: il dolore si era presentato a marzo effettuando un lancio da centrocampo la prima volta e battendo un angolo la seconda. Dopo circa 20' ricevo una palla al limite dell'area, non ci ho neppure pensato, è stato istintivo (e miracoloso, vista la mia media gol di uno ogni 500 partite): siluro all'incrocio dei pali e gol. Avete presente Grosso, in questo foto? Dopo il rigore decisivo alla Francia?
Ecco mi sentivo così: ho iniziato a correre e a ridere e non volevo fermarmi più. Un momento di felicità perfetta, che solo le piccole cose che reputiamo stupide (una partita a livello scapoli-ammogliati di fantozziana memoria...) sanno darci. Pazzesco, meraviglioso.
Ovviamente alla mezz'ora avevo le visioni ed ero stravolto (diciamo che devo riprendere il ritmo partita, come scriverebbero i giornalisti della gazzetta), ma avrei giocato fino alle tre di notte... ed ora sto già aspettando con ansia mercoledì prossimo!


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